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al testo di Federico Zucchi
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Lascia che i fiumi si uniscano a valle, che il crinale sconfessi la sua alterigia, che il bacino idrografico della memoria forzi l’assetto d’archivio prussiano.
Lascia che l’odore di cuoio coli dalle scarpe scomparse ti sorprenda sulle scale e ricopra le voci scheggiate come un timpano di neve. Fuggi le classificazioni perché la menta già profuma il giardino e il mendicante si copre col foglio dei morti e la gatta svezza i suoi cuccioli ciechi in una scassata cassetta di kiwi, perché quello che ami rimane amato solo se riconcepito.
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